Molti sindaci toscani attendevano la modifica della legge regionale sulle case popolari. Si era resa necessaria dopo varie sentenze della Corte costituzionale che avevano dichiarato l’illegittimità delle norme (tra cui quella della Lombardia) nelle quali si fissava il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da più di cinque anni sul territorio regionale come condizione di accesso al beneficio dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica.
Il nuovo impianto della norma, condiviso in Commissione sanità e politiche sociali anche con alcuni gruppi di opposizione, prevede un nuovo meccanismo, inattaccabile sul fronte della legittimità costituzionale, che stabilisce il riconoscimento di un’ulteriore premialità per chi risiede da anni sul territorio regionale.
Quando la legge è arrivata in aula, la Lega ha presentato migliaia di emendamenti, col solo scopo di strumentalizzazione politica, che hanno reso necessario un parere di ammissibilità e hanno costretto a rimandare a settembre l’approvazione. Più che una vittoria, come rivendicano, è stata un’azione di ostruzionismo, il cui unico risultato è stato di bloccare i bandi dei comuni e le assegnazioni delle case attese da tanti cittadini.
In questo video racconto il dettaglio del lavoro che abbiamo fatto sulla legge in Commissione