Dopo un importante lavoro in commissione, il Consiglio regionale ha approvato una nuova legge in materia di enoturismo che recepisce le norme nazionali e valorizza l’identità toscana, dando più forza ai nostri territori.
La norma stabilisce le modalità di avvio dell’impresa, chi sono i soggetti che possono fare enoturismo, i requisiti degli operatori e i requisiti e gli standard minimi di esercizio. E’ costituito anche un albo degli operatori, mentre il compito di effettuare controlli e applicare sanzioni viene affidato alla Regione.
In questo nuovo testo sono disciplinate tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine e dei vigneti.
Tra le novità più importanti, si prevede che oltre all’imprenditore agricolo singolo o associato che svolge attività di vitivinicoltura, possano avviare l’attività anche i comitati di gestione delle Strade del vino, le cantine sociali cooperative e i loro consorzi e i Consorzi di tutela dei vini a denominazione e indicazione geografica. Tra i requisiti e gli standard minimi di qualità per svolgere le attività di enoturismo, si chiede un’apertura annuale di un minimo di tre giorni a settimana; strumenti per la prenotazione delle visite; materiale informativo sull’azienda e sui suoi prodotti, stampato in almeno tre lingue; ambienti dedicati all’accoglienza; attività di degustazione del vino all’interno delle cantine e delle aziende agricole.