Ci ha lasciati Sauro Cappelli, ed è una grave perdita per Empoli. Difficile descriverlo a parole, perché di lui mi accompagnano tanti ricordi.
Sul mio profilo Facebook ho scelto per ricordarlo una foto di oltre un anno fa, in occasione della cerimonia con cui il comune lo aveva insignito del Sant’Andrea d’oro. Il mio ultimo abbraccio a una persona speciale.

Sauro, per me giovane sindaco, era una certezza nell’organizzazione delle cerimonie di commemorazione dell’8 marzo: se c’era il Cappelli era inutile pensare a come disporre i gonfaloni ed i partecipanti, tanto appena arrivava metteva tutti in riga come voleva lui, dal sindaco, al parroco, alle forze dell’ordine.
Era bravissimo con i ragazzi, in ogni discorso si rivolgeva a loro in maniera diretta e sapeva trasmettere il pathos e la tragicità dei fatti che raccontava. Durante il viaggio che facemmo insieme nel 2013 ai campi di sterminio eravamo seduti accanto sull’autobus, ed in quei giorni ebbe modo di raccontarmi tutta la sua esperienza di amministratore e tanti accadimenti della sua vita accanto alla “Germania”, come amava chiamare sua moglie.
Sauro è stato per intere generazioni il nonno saggio, un pochino brontolone, che stimi ed al quale non puoi che volere un gran bene.
Ci mancherà, ma quello che ci ha insegnato rimarrà sempre nei nostri cuori.