Il Piano sanitario e sociale integrato 2018-2020 che abbiamo approvato in Consiglio regionale dopo un lavoro approfondito durato mesi e frutto di un percorso di ascolto e confronto con tutti i soggetti della sanità toscana contiene le sfide per i prossimi anni. Su tutte quella di diffondere un nuovo approccio culturale integrato, che metta insieme tutte le politiche che incidono sulla salute dei cittadini e sia in grado coinvolgere le comunità a partire dalle Società della salute, che devono diventare i luoghi centrali di questo modello. Se non lo facciamo, saremo costretti a chiederci come sostenere un sistema pubblico e universalistico in un contesto profondamente mutato, che ha visto negli ultimi anni una contrazione delle risorse a fronte di un aumento dei bisogni delle persone. Parlare più di salute e meno di sanità: il Piano prova a prendere questa direzione. Sta a noi e a chi avrà la responsabilità di governo nei prossimi anni farne uno strumento sempre più decisivo.
Il piano in dettaglio
Tra le tante sfide lanciate dall’atto, per la prevenzione ci sono quelle di migliorare la gestione delle tematiche riguardanti ambiente e salute, promuovere le politiche per l’attività motoria, gli stili di vita, il benessere sociale. Per ridurre le disuguaglianze di salute e sociali, il messaggio chiave è equità e giustizia: non solo contrasto alle disuguaglianze e accoglienza delle differenze, ma anche centralità di persone, famiglie e comunità nelle politiche per la salute e sociali.
Per ridurre le liste di attesa, si punta a portare avanti il progetto di Cup unico regionale, a organizzare meglio l’offerta con attenzione alla prossimità, a ottimizzare turni e macchinari e a ricorrere eventualmente a esternalizzazioni con il privato convenzionato. Ancora, gestire la cronicità, che è la nuova sfida per i sistemi sanitari, significa ridisegnare con il piano le strategie di prevenzione e di presa in carico del paziente, con l’erogazione di interventi personalizzati, la valutazione della qualità delle cure erogate e la riqualificazione dell’offerta residenziale.
I punti cardine dei nuovi modelli di cura e di assistenza sono la maggiore integrazione tra risposte sanitarie e sociali, potenziare la dimensione regionale, concentrare la casistica a maggiore complessità da un lato, e dall’altro garantire la prossimità dei servizi territoriali.
L’innovazione e l’informazione passano attraverso la digitalizzazione dei dati e il loro accesso, lo sviluppo della telemedicina, la formazione del personale.
Le risorse complessivamente stanziate in bilancio per l’anno 2018 sono state 7 miliardi e 382 milioni di euro per la parte sanitaria e 102,4 milioni di euro per la parte sociale. Per gli anni 2019 e 2020, invece, le risorse attualmente utilizzabili per la parte sanitaria sono quantificabili, rispettivamente, in 6 miliardi e 952,63 milioni di euro per il 2019 e 6miliardi e 943,02 milioni per il 2020. Risorse che saranno incrementate con contributi e rimborsi che non sono però al momento quantificabili. Per la parte sociale, al momento sono a disposizione 81,17 milioni di euro per il 2019 e 49,42 milioni per il 2020.