Il Consiglio regionale ha approvato le due proposte di deliberazione presentate unitariamente da Partito democratico, Italia viva e Movimento 5 stelle per l’indizione del referendum abrogativo della legge nazionale 86 del 2024 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione), per chiedere l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata (c.d. DDL Calderoli). La prima deliberazione prevede l’abolizione totale della legge nazionale, mentre l’altra, ne prevede l’abrogazione parziale qual ora non fosse ritenuta ammissibile quella totale.
Il DDL Calderoli rischia di spaccare in due l’Italia, di alterare gli equilibri dei poteri dello Stato mettendo a rischio i diritti civili e aumentando il divario tra i territori.
Credo che l’Autonomia Differenziata sia un tema serio che merita una riflessione attenta soprattutto quando si parla di sanità, i dati riportati da Agenas ci mostrano un Sistema Sanitario Nazionale in sofferenza a cui mancano risorse sia in termini economici che di personale e con una disomogeneità nell’erogazione dei servizi tra le diverse Regioni.
Il rischio è quello di aumentare in modo irreversibile il divario tra regioni e con esso il fenomeno della mobilità dei pazienti, una situazione che dividerebbe il Paese in cittadini di serie A e serie B, tradendo i principi costituzionali di uguaglianza, universalità ed equità in termini di accesso alle cure.
Nel nostro Paese materie come la sanità, l’istruzione, l’energia, il lavoro e la cultura devono essere gestite unitariamente per uno sviluppo omogeneo di tutti i territori e per tutelare i diritti di tutti i cittadini.
Il Governo con questa riforma mette in discussione il senso di unità nazionale e alimenta le diseguaglianze su servizi pubblici di primaria importanza.